Riccaterra della Torre e del Lago Alfonso Norberto

(da Il drago riluttante)

Mi chiamo Riccaterra della Torre e del Lago Alfonso Norberto, figlio del duca di Riccaterra e della duchessa della Torre e del Lago che si sposarono più di 25 anni fa per unificare le due contee. Nella nuova 'grande contea', come viene chiamata, esistono ancora le due capitali e io e la mia famiglia viviamo 6 mesi a Riccaterra e 6 mesi a Torre Lago, l'inverno nella più interna Riccaterra dove l'estate e' torrida, ma le tempeste invernali sono più lievi e l'estate a Torre Lago dove l'inverno rende la navigazione impossibile, ma l'estate e' molto piacevole. L'unificazione fu decisa per unire le fertili pianure agricole di Riccaterra con la posizione strategica per i commerci di Torre Lago, la via fluviale piu' importante di tutta la regione. Nell'unificazione i nobili hanno mantenuto i loro titoli e domini, ma convivono bene e si considerano davvero parte di un'unica realtà. Io e i miei fratelli ci siamo integrati bene nelle due contee e, portando entrambi i titoli, siamo considerati nobili in entrambe le città.

Io sono il maggiore, 22 anni, c'è poi mia sorella Lucrezia Agata Costanza, 20 anni, Marco Osvaldo, 18 anni e per finire Luca Guiodobaldo II, 16 anni. La mia infanzia e' stata piuttosto dura, nei limiti dell'agiatezza di un conte, non esistono smancerie, dolcetti, carezze nella vita di un Riccaterra della Torre e del Lago, si impara fin da bambini a duellare, a comportarsi in modo impeccabile, a vestirsi con eleganza, si studiano geografia, storia, lingue, l'uso delle armi e la tattica militare con precettori che usano la bacchetta più che come mezzo di punizione come vero e proprio metodo di insegnamento. Giunto finalmente all'adolescenza e imparato a comportarmi 'in presenza dei miei pari', la sorveglianza si e' un po' allentata e le lezioni sono diventate più interessanti: equitazione con cavalli degni di questo nome, spada, arco, lancia utilizzati in veri combattimenti, lingue imparate recandosi presso contee esterne. E con gli altri figli dei nobili: feste, gare, risse, bevute, grandi giocate a carte e dadi e...le prime donne!!! Non e' male la vita del duca!!! (Se mi sentisse mio padre mi farebbe dare 20 frustate!!!)

E poi a 18 anni finalmente l'apprendistato da cavaliere. Affidato alle amorevoli cure del capo delle guardie personali dei duchi, l'ottimo Burrich, ho imparato i fondamenti della cavalleria, sia come combattimento che come modo di comportarsi. La fedeltà alla parola data, alla contea, al popolo (“di cui siamo i difensori e non i comandanti”), l'onesta', la rettitudine, l'esempio: tutto questo serve per essere un cavaliere e non solo un guerriero. Dopo 4 anni sono diventato cadetto (il primo gradino nella scala del cavalierato) ma ho buone prospettive di crescita. Il motto che ho adottato e': “Nemo me impune lacessit” (nessuno mi provoca impunemente), che vuole essere insieme duro ed ironico. Anche Lucrezia e' entrata nella scuola dei cavalieri (e pare che il suo motto sarà: “Honi soit qui mal y pense” (Si vergogni chi pensa male di ciò)), mentre Marco ha preferito la via dello scrivano e studioso, mentre per Luca e' presto ma pare indirizzato alla diplomazia.

Mi descrivo brevemente: sono piuttosto alto 1,80 ben piantato, con i capelli castani lunghi fino alle spalle (come usa per i nobili), non bellissimo, ma supplisco con la simpatia!! Mi vesto sempre in modo abbastanza elegante, posseggo una corazza con i simboli dell'ariete e della torre




una spada di discreta fattura, un arco, la lancia, no la lancia no, la prendo in prestito dalla scuola, forse un giorno ne avrò una mia (“se te lo sarai meritato”) e un bellissimo cavallo bianco Freccia Fiammante. Cerco di godermi la vita e di rispettare le regole della cavalleria e chissà un giorno forse farò grandi imprese.

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