OWL

Salve mi chiamo Owl cioè gufo, sono nato una ventina di anni fa in un piccolo ed insignificante paese 200 miglia a nord-est della capitale sui Caucasian Mountains. Della mia famiglia non so nulla, sono vissuto i primi 10 anni della mia vita con una zia, o almeno lei si definiva tale, ed uno zio burbero e manesco, (non sono mai stato molto viziato), poi sono scappato di casa, bhè scappato è una parola grossa, me ne sono andato a i miei presunti zii hanno tirato un sospiro di sollievo. Ho vagato a lungo tra i boschi e le varie cittadine della zona, rubando il cibo, dormendo per terra o dove capitava, facendo piccoli lavoretti ecc. ecc. Essendo un bambino venivo trattato abbastanza bene, non ho mai subito soprusi o violenze, insomma sono sopravvissuto bene. Il periodo dai 10 ai 15 anni è forse quello che ricordo con più piacere della mia vita, ho anche scelto il mio nome, gufo, perché girovagavo spesso di notte ed avevo imparato ad amare questa creatura silenziosa e letale, in più si aggiunga che avevo trovato, sì trovato, un anello a forma di gufo, (questo che ancora porto) e il gioco è fatto. Cominciai anche a dire che ero il figlio illegittimo di un signore del luogo e che quell'anello era il simbolo con cui un giorno mi avrebbero riconosciuto; non molti credevano a questa storia, comunque mi piaceva. Il mio primo nome l'ho dimenticato come tutto ciò che riguarda i miei primi 10 anni. Dopo cinque anni di vita nomade un giorno mi capitò una cosa che doveva cambiare la mia vita. Erano varie settimane che girovagavo nei boschi senza trovare una città e da tre giorni non ero più riuscito a cacciare e mi ero nutrito solo di bacche e radici, finalmente vidi in lontananza un paesino e mi avvicinai furtivo, giunto alle prime case le forze mi vennero meno e svenni proprio sull'uscio di un piccola casetta. Mi raccolse il padrone di casa che come seppi dopo era il fabbro, artigiano, scultore e cantastorie del paese; viveva lì da solo perché non era sposato e non aveva mai avuto figli, mi accolse quindi con affetto e gioia non appena seppe la mia storia di orfano vagabondo, io che mai avevo ricevuto affetto e attenzioni rimasi conquistato da quell'uomo gentile e paterno e così mi stabilii da lui. Litvak fece veramente cambiare la mia vita: mi mandò dalla maestra del paese (a sue spese) che mi insegnò a leggere e scrivere non solo l'umano ma anche il nanesco, e mi diede i primi rudimenti di storia e geografia. Inoltre, avendo notato la mia abilità con le mani, mi insegnò la sua arte di scultore e così per la prima volta nella mia vita le mani mi servirono non per rubare ma per lavorare e guadagnarmi i primi soldi onesti. Iniziai con piccole suppellettili, utensili per la cucina per passare poi a collanine, spille e vere e proprie sculture che vendevo assieme a Litvak sul suo banchetto al mercato settimanale del paese. Dopo tre anni di questa stupenda e rilassante vita il mio animo divenne inquieto, troppo tempo avevo vagato libero per le selve per trovarmi a mio agio in un piccolo paese intento a fabbricare suppellettili; prima ancora che io me ne rendessi conto venne da me Litvak e mi disse: "È ora che tu riparta, non sei fatto per stare fermo in un luogo, io ti ho insegnato tutto quello che poteva esserti utile, ora vai e metti in pratica i miei insegnamenti" e mi diede un sacchetto contenente nuovi attrezzi per la scultura e varie monete d'oro. Il giorno dopo, raccolte le mie poche cose, lo salutai commosso e partii nuovamente. Da allora molte cose sono successe, ho visitato molti paesi e città, dai più piccoli fino alla magnifica capitale dei nani, ho appreso l'uso della spada e dei mortali e silenziosi pugnali, sono diventato un ottimo conoscitore di piante e gemme: soprattutto di queste ultime di cui mi considero, scusate la modestia, il migliore conoscitore vivente, a parte chiaramente i nani fabbri. Molte volte sono tornato a trovare Litvak che sempre mi ha accolto come un figlio. Amo la birra e ovviamente le gemme, odio un'unica cosa: le guardie, mi intercettò un giorno una pattuglia di un signorotto locale, mi portò alle segrete del palazzo e lì mi ridussero in fin di vita per sapere dove avevo nascosto il mio tesoro che ovviamente non avevo; mi liberarono dopo un mese e per puro caso mi ripresi; da allora è per me una gioia poter affondare il mio pugnale nella gola di una guardia. Amo anche un'altra cosa fumare la pipa: porto sempre con me questa piccola pipa e sono anche abbastanza bravo a scavarle nel legno. Per finire, poche settimane fa mi trovavo in una piccola città a nord della capitale, quando in una locanda ho incontrato la dolce Asiut, anche lei voleva andare alla capitale e un suo amico era disposto a prenderla nella sua carovana; mi sono unito al gruppo ma forse non è stata una buona idea, infatti alcuni predoni ci hanno attaccato e trovandoci nel carro principale hanno pensato fossimo persone importanti e ci hanno rapiti sperando di ottenere un riscatto, per fortuna siete arrivati voi, valorosi guerrieri che ci avete salvato. Saremo sempre vostri servitori e debitori, la nostra vita è nelle vostre mani comandate e obbediremo.

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